Richieste di condanne severe per l’ex comandante della caserma dei carabinieri di Arce, Franco Mottola, e la sua famiglia, in relazione all’omicidio di Serena Mollicone. Durante il processo di secondo grado, i sostituti procuratori Francesco Piantoni e Deborah Landolfi hanno chiesto 24 anni di reclusione per Franco Mottola e 22 anni per sua moglie Annamaria e il figlio Marco. Landolfi ha sottolineato la gravità del comportamento di Franco Mottola, rimarcando il ruolo di responsabilità che aveva come comandante dei carabinieri, e ha criticato la mancata ammissione di colpevolezza e la mancanza di collaborazione della famiglia Mottola.
Cosa era accaduto
Il 1° giugno 2001 Serena Mollicone scomparve e fu trovata morta tre giorni dopo in un bosco, legata mani e piedi e con un sacchetto in testa. L’autopsia rivelò che era stata soffocata. Le prime indagini non portarono risultati concreti. Nel 2008, il brigadiere Santino Tuzi si suicidò dopo aver dichiarato che Serena era entrata nella caserma la mattina della sua scomparsa e non ne era più uscita. Nel 2011, Franco Mottola, sua moglie Annamaria e il figlio Marco furono indagati, sospettati di un alterco con Serena. Nel 2016, l’autopsia rivelò la rimozione degli organi genitali di Serena, forse per eliminare tracce compromettenti, e le indagini identificarono Franco Mottola come principale accusato, responsabile di aver causato la frattura cranica di Serena.
Sviluppi del caso
Nel 2018, si ipotizzò che l’omicidio fosse avvenuto nella caserma di Arce. Le indagini furono chiuse nel 2019, ma nel 2022 la Corte d’Assise di Cassino assolse gli indagati per mancanza di prove sufficienti. La Corte d’Assise d’Appello di Roma ha riaperto il processo su richiesta della Procura Generale, che ha proposto di ascoltare 44 testimonianze considerate indispensabili.
Conclusioni dei sostituti procuratori
Secondo i sostituti procuratori, la famiglia Mottola avrebbe deliberatamente soffocato Serena per nascondere quanto accaduto e proteggere il figlio Marco, che aveva messo in pericolo la vita della ragazza. La Procura ha chiesto l’assoluzione per il carabiniere Vincenzo Quatrale e quattro anni di reclusione per Francesco Suprano per favoreggiamento, poiché quest’ultimo ha rinunciato alla prescrizione. Quatrale è stato criticato per non aver verificato gli eventi e per aver modificato l’ordine di servizio, tentando di alterare le prove.