Si svolgerà il prossimo 16 gennaio a Roma l’udienza per la riformulazione della sentenza contro i fratelli Bianchi, condannati con le attenuanti generiche in corte di Appello.
Dopo il richiamo della Suprema Corte di Cassazione, che ha rigettato le attenuanti generiche per i fratelli Bianchi, rimandando l’esame della sentenza alla Corte di Assise di Roma, ora arriva la data per quella che dovrebbe essere una sentenza ultima.
Dovrebbe, perché è possibile, qualora venga riformulata una sentenza di ergastolo, che gli avvocati difensori dei fratelli Bianchi possano ricorrere nuovamente in Cassazione.
Insomma un processo che rischia di avere ancora una coda, prima che si possa scrivere la parola fine a questa incredibile vicenda che ancora oggi lascia attoniti.
L’avvocato Domenico Marzi, difensore della famiglia Monteiro ha però voluto fissare alcuni concetti. “Si uccide con troppa facilità in Italia, basta guardare quello che è successo due giorni fa a Napoli con un giovane ucciso perché ha pestato un piede ad un coetaneo. E’ allucinante” Ha esordito l’avvocato Marzi. “Si uccide con troppa disinvoltura, questo significa che c’è un problema sociale tra i giovani che va analizzato con grade attenzione e la politica non è immune da colpe.” Ha aggiunto l’avvocato.
“La mamma di Willy, donna incredibile dal punto di vista umano, ha sempre sperato che il sacrificio di suo figlio Willy potesse essere da monito e potesse servire affinché non accadessero più episodi di questo genere. Purtroppo i fatti le stanno dando torto.” Ha laconicamente aggiunto Marzi.
“Una società che è diventata il culto del denaro, della sopraffazione, dove passano tra i giovani sono modelli negativi, non può avere un futuro roseo. In questo la politica ha le sue responsabilità. Una politica che non tiene in debita considerazione l’educazione dei giovani, che non mette al centro un modello di società che valorizzi le persone, sempre più distante da queste dinamiche che invece permeano i nostri giovani. Mancano valori educativi di riferimento, mancano le prospettive. I giovani non trovano più modelli di riferimento positivi, non si rendono conto delle responsabilità che possono scaturire dalle loro azioni e delle conseguenze che queste possono avere sugli altri.. Di questo passo servirà la colonia penale per fargli capire questo.
Sono parole fortissime quelle dell’avvocato Manzi che aggiunge: E’ un paradosso ovviamente ma è altrettanto vero che oggi c’è un vero problema educativo che parte dalle famiglie e sul quale oltre ad interrogarci dovremmo agire come società civile”.