“Per evitare qualsiasi tipo di speculazione sulla mia persona e sul mio ruolo istituzionale, comunico che l’immobile di mia moglie, situato nel centro storico di Nemi e di cui sono comproprietario, è stato posto sotto sequestro con l’accusa di essere stato ristrutturato con il Superbonus 110% in assenza di titoli edilizi.” Lo afferma il Sindaco di Nemi, Alberto Bertucci.
“Tali accuse sono totalmente infondate. I lavori eseguiti nell’abitazione sono stati realizzati nel pieno rispetto delle normative vigenti, ottenendo tutti i nulla osta necessari in materia paesaggistica, del parco regionale e sismica. Questa vicenda trae origine da una denuncia strumentale orchestrata dall’ufficio legale dell’ex sindaco del Comune di Nemi, Biaggi, un elemento che di per sé chiarisce la natura della situazione.” Attacca il primo cittadino della città delle fragole.
“Sono certo che, una volta che gli organi competenti ( Gdf e Tribunale Velletri) di cui nutro piena fiducia e con cui stiamo collaborando, avranno esaminato in modo approfondito tutti gli atti, questa vicenda si concluderà in un nulla di fatto. Così come già accaduto per altri tentativi di delegittimazione subiti in passato dai miei oppositori politici e personali .“

Secondo quanto appreso però l’esposto presentato da Biaggi, sarebbe circostanziato. Nell’esposto sarebbero riportate alcune circostanze secondo le quali, i coniugi Bertucci avrebbero realizzato interventi edilizi su un immobile nel centro storico del paese arbitrariamente, senza il consenso dei proprietari delle parti comuni dell’edificio quale facciata, tetto e sottotetto.
Sempre secondo l’esposto presentato da Biaggi, l’edificio nel quale sono situati gli immobili del sindaco Alberto Bertucci avrebbero importanti parti in comune con altri immobili parimenti contenuti nello stesso edificio, dove, per altro, insiste un’attività commerciale.
Nell’esposto viene rappresentato che i lavori condotti dai Bertucci sarebbero stati eseguiti, senza nessun accordo preventivo con i comproprietari e senza alcuna dichiarazione che l’intervento edilizio avrebbe interessato le parti comuni dell’edificio, negli atti depositati per le pratiche edilizie che hanno interessato gli immobili. E si presume, senza tutte le necessarie autorizzazioni.
Il dubitativo è d’obbligo e ora la magistratura farà il suo corso. Pur restando garantisti non possiamo però non soffermarci su un aspetto, quello morale, prima ancora che il problema di natura tecnico e burocratico.
La verità verrà a galla inevitabilmente, ma se le accuse al Sindaco, che lo ricordiamo è comproprietario dell’appartamento, dovessero anche parzialmente essere riscontrate, rappresenterebbero una macchia indelebile difficile da cancellare soprattutto per un sindaco che le regole dovrebbe essere il primo a farle rispettare.