E’ ripreso lunedì scorso il processo Tritone presso il Tribunale di Velletri, con il proseguo delle requisitorie dei Pm che hanno circostanziato in maniera dettagliata, grazie alle attività di sorveglianza e di intercettazione da parte delle forze dell’ordine, la locale di n’drangheta che per anni ha gestito praticamente tutto ad Anzio e Nettuno.
Politica, affari, appalti, controllo del territorio, contatti con le forze dell’ordine, controllo e gestione della politica dei due comuni, spaccio di droga.
Una vera e propria organizzazione di stampo mafioso dedita allo spaccio di droga sul litorale laziale smantellata da una indagine molto accurata da parte della Procura della Repubblica del Tribunale di Velletri.
Il PM Giovanni Musarò ha ricostruito tutti i movimenti degli affiliati alla locale di n’drangheta. Albarello Luca, Ciriacò Nicola e Pasquale, De Velis Fabrizio, dell’Unto Carmine, Fiorino Francesco, Glorioso Alessandro, Gubitosi Manuel, Costa Cristo Hangel, Lucifero Claudio, Madaffari Bruno, Madaffari Giacomo, Manera Alfonso, Massidda Simone, Nardi Stefano, Navarra Castro Algemiro, Perronace Davide, Perronace Gabriele, Rillo Elia, Rondinara Marco, Salvo Nicola, Tedesco Mario.
Questi i protagonisti della vicenda giudiziaria. Presenti anche le associazioni che si sono costituite parte civile: l”associazione Vittime criminalità, l’associazione Caponnetto, la Regione Lazio, i Comuni di Anzio e Nettuno.
Una requisitoria lunga sei ore, che seguiva la parte iniziale della stessa cominciata giovedì scorso e durata ugualmente altre sei. in dodici ore di requisitoria il PM non ha terminato e anche questa mattina è convocata, alle ore 9,30 la terza parte della requisitoria, che si preannuncia anche questa lunga.
Dopodiché sono già convocate altre udienze a partire dal 2 ottobre, in maniera serrata, come ha detto il presidente Silvia Artuso, per arrivare alla conclusione di questo processo, che tra l’altro è anche molto atteso nelle città di Anzio e Nettuno, anche perché a novembre ci sono le elezioni comunali, dopo due anni di commissariamento proprio a seguito dello scioglimento dei consigli comunali per infiltrazioni mafiose legati a questa indagine.
Nella ricostruzione da parte del PM si è evidenziato come la locale di n’drangheta aveva dei soggetti a capo con particolari doti, ovvero livelli di potere e responsabilità come ha ben descritto il PM Musarò, tali da poter avere la possibilità di poter interloquire con alcuni tutori dell’ordine e con la politica.
Proprio sui rapporti con la politica è ritornato il Pubblico Ministero, per definire quale era il controllo della locale di n’drangheta sul sistema politico, talmente radicato da poter anche gestire gli appalti. A capo dell’organizzazione malavitosa due personaggi di spicco nella piramide della n’drangheta, Madaffari Giacomo e Davide Perronace
Dice infatti il Pm Giovanni Musarò relativamente ai rapporti tra Davide Perronace e la politica locale “Mentre è ai domiciliari Davide Perronace riceve gli assessori Ranucci, Di Carlo e Aristodemo, Perronace racconta di aver fatto una sorta di consiglio comunale a casa sua, aveva potere di convocare il Sindaco e imponeva gli assessori all’ambiente, indica anche il candidato sindaco del 2023 ad Anzio e si imponeva nella gestione dei lavori pubblici con metodo mafioso. Il figlio Gabriele firma la lista a sostegno della candidatura di Candido de Angelis e tiene i contatti esterni tra il candidato sindaco e il padre. Candido de Angelis dice a Gabriele Perronace in una intercettazione del 2018 “noi siamo a disposizione“.
Sempre il Pm racconta anche altri collegamenti tra la locale di n’drangheta e la politica locale. “Ranucci incontra Gabriele Perronace e gli dice “Bello de zio di a papà che sto a sistema tutto” e il giorno delle elezioni il 10 giugno del 2018 i Perronace, padre e figlio, commentano in diretta i voti che arrivano dalle sezioni delle Falasche esprimendo preoccupazione perché i voti che arrivano sono inferiori a quanto dovevano essere. Poi ci sono i rapporti con alcuni dei carabinieri che descriveremo più avanti e dei rapporti con Rillo Elia e Dell’Unto Carmine“
La requisitoria è andata avanti descrivendo gli interessi sia in campo immobiliare che nella gestione dello spaccio di droga, della gestione di locali anche a Bologna, dei giri di soldi proventi delle attività illecite, dalla descrizione della Procura. A seguire anche il PM Alessandra Fini che ha descritto le operazioni fatte a Roma da alcuni protagonisti di questa vicenda giudiziaria.
Questa mattina si riparte con le requisitorie dei PM e sul ruolo svolto da Rillo Elia e Dell’Unto Carmine.