Francesco Rocca “Non c’è una crisi c’è un confronto tra le forze politiche“. Paolo Trancassini (FDI) “Se la crisi politica non si risolve si va al voto“.
Se non è questa una maionese impazzita in salsa centrodestra poco ci manca. Francesco Rocca sembra un personaggio uscito fuori dal Muppet Show, mentre tutt’intorno sembra incendiarsi.
Siamo passati dal Presidente del Lazio che aveva detto ormai tre settimane fa “se torno dall’America e la crisi non si è risolta intervengo io” alle dichiarazioni di ieri nelle quali difende Roberta Angelilli e fa finta di niente sulla crisi.
Questo la dice lunga sulla assoluta mancanza di autorevolezza di un Presidente sempre più ostaggio della sua litigiosa maggioranza che di fatto da quattro mesi è in crisi profonda, avviluppata su se stessa, ma soprattutto avviluppata su deleghe, poltrone, pesi e contrappesi.
Ma se prima era Forza Italia a minacciare l’appoggio esterno degli assessori, forti di 7 consiglieri regionali più Noi Moderati, in grado di far mancare il numero legale, oggi è il coordinatore regionale di Fratelli d’Italia a dire che se la crisi non si risolve meglio andare al voto.
Nel frattempo i lavori alla Pisana sono sostanzialmente in stallo. Oggi dopo aver respinto gli ordini del giorno dell’opposizione il presidente d’aula Aurigemma, sentiti i capigruppo ha deciso di sospendere la seduta e di riaggiornarla al prossimo 11 novembre.
Il tempo passa e la finanziaria regionale tarda ad essere licenziata. Forza Italia sembra essere abbastanza stanca di questo continuo tira e molla e l’ipotesi dell’appoggio esterno si fa sempre più realistico, con Fazzone che non recede dalle richieste avanzate dagli azzurri alla coalizione e al Presidente Rocca su un rimpasto delle deleghe e delle presidenze delle partecipate.
In una sorta di tutti contro tutti, Rocca continua a dire che comunque la Regione sta facendo il suo lavoro e che “l’azione amministrativa va avanti”, forse non rendendosi conto di cosa sta accadendo intorno a se. Ha affermato che “in una coalizione che ci siano dei confronti è fisiologico“, ma vale la pena ricordare che quanto sta accadendo non è un confronto ma un vero e proprio scontro politico che dura ormai da 4 mesi.
E ovviamente si guarda bene dall’andare in Consiglio regionale, affermando che va tutto bene. Infatti sono quattro mesi che si discute di legge finanziaria senza che se ne venga a capo, tra migliaia di ordini del giorno, emendamenti e gossip di paese.
Pur cercando di fare il pompiere, la situazione è sotto gli occhi di tutti. La Regione è ingessata e mentre rocca parla di panna montata si potrebbe affermare che oggi in regione Lazio c’è una maionese impazzita, come ha espressamente detto il gruppo consigliare del PD.
Così ha, infatti, definito il centro sinistra quanto sta accadendo in Regione. Per Valerio Novelli del Movimento cinque stelle si è andati già “oltre il ridicolo” con quel che è accaduto in queste settimane; manca il rispetto istituzionale per i consiglieri e quello per l’istituzione nel suo complesso, a suo avviso.
Di “Rsa istituzionale” ha parlato invece Alessio D’Amato di Insieme per il Lazio, per definire la perdita di autorevolezza del Consiglio in conseguenza della situazione che si è prodotta. Principale responsabile di ciò è il presidente Rocca, a suo parere, perché non si può annunciare la volontà di risolvere una crisi e poi qualche giorno dopo negarne del tutto l’esistenza.
“Gli stessi ritardi nei lavori di d’aula testimoniano una incapacità a gestire l’agenda della giornata e a maggior ragione quella del programma di governo” ha detto Adriano Zuccalà del Movimento cinque stelle.
Mentre Mario Ciarla, capogruppo del Partito democratico, ha detto che “non è vero che una crisi di questo tipo non abbia conseguenze sulla normale attività amministrativa, anche se questo viene negato dalla maggioranza; il presidente Rocca deve presentarsi in Consiglio, solo allora potrà riprendere il lavoro sul defr“.