Nonostante il forte maltempo si è svolta la prevista manifestazione a Rocca di Papa contro i tagli boschivi del Parco Regionale dei Castelli Romani.
Tante persone, associazioni e comitati che dai Castelli, da Roma e fino ad Artena si sono date appuntamento per raggiungere la sede dell’Ente Parco.
Il corteo si è snodato per le vie di Rocca di Papa per chiedere subito una moratoria al taglio ceduo che interessa ben oltre il 90% degli 8.000 ettari di boschi sotto la gestione dell’Ente Parco.
Questi tagli vengono effettuati distruggendo anche i sentieri come la Francigena, la Via Sacra, l’Ippovia ed altri cammini grazie all’utilizzo di ruspe, bilici e cingolati.
“Non è più rinviabile un intervento immediato per interrompere lo sfruttamento di un territorio che si vanta del quarantennale dell’istituzione del Parco dimenticandosi però che la sua nascita è avvenuta grazie ad una spinta popolare per evitare cementificazione, crisi idrica e disboscamenti.” Ha dichiarato il Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani a margine della manifestazione.
Alla sede le Parco, il corteo ha improvvisato un’assemblea pubblica durante la quale si sono susseguiti molti interventi non interrotti neanche dalla ripresa della pioggia.
Oltre alla moratoria sui tagli, è stata chiesta l’approvazione del Piano d’Assetto che giace nei cassetti della Regione dal 2009 e che avrebbe già potuto fermare parte delle cementificazioni, ma anche la disponibilità dei dati e degli atti amministrativi che ci sono stati negati ad agosto.
E’ intervenuto anche il sindaco di Rocca di Papa, il quale ha sostenuto la bontà dell’operato della sua amministrazione, dicendo che i tagli sono fatti a norma e che sono certificati, aggiungendo che era contento di ospitare una simile manifestazione, ma non ha per nulla convinto i presenti che anzi lo hanno contestato facendogli notare le sue mancate risposte sui tagli lungo la via Sacra e l’Ippovia e non ha preso impegni sul ripristino dei luoghi, né sul prossimo PGAF.
Comunque, almeno il sindaco è venuto a metterci la faccia, mentre altri suoi colleghi di altri paesi dei Castelli neanche si sono mai visti durante le precedenti iniziative.
Diversi boscaioli di lunga data si sono dichiarati assolutamente contrari allo scempio a cui anche loro stanno assistendo, e che spesso vengono tirati in ballo a sproposito per giustificare la “tradizionalità” dell’attività di taglio.
All’epoca si abbattevano gli alberi a mano, con i muli a portare la legna e in porzioni di territorio ridotte. E non era ancora istituito un Ente Parco che avrebbe il compito principale di impedire quello a cui stiamo assistendo e contro cui stiamo lottando.
“L’assenza dell’Ente Parco, il suo silenzio, è stato rumoroso quasi quanto il nostro corteo ma nelle alte sfere non possono pensare di mettere la testa sotto terra a lungo perché continueremo a chiedere conto del loro operato che continua a produrre decine di “nulla osta” per i tagli.” Sostiene ancora il Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani
La manifestazione, ingrossatasi lungo il percorso, ha gridato slogan e portato striscioni che riportavano ad esempio “Il bosco non si vende, si difende” e “2025 – Stop al Giubileo delle ruspe”. La partecipazione di altri comitati territoriali è stata importante: da chi si occupa di lotta alla cementificazione, a chi sta impedendo che venga costruito l’inceneritore per arrivare alla vertenza contro la Fassa Bortolo e alla lotta per la casa, ce ne era per tutti gli scempi possibili.
“La risposta che c’è stata per le strade di Rocca è stata forte, per nulla scontata, ed ha riscontrato l’approvazione di tutti gli abitanti che si sono affacciati dalle case e dalle attività commerciali che hanno solidarizzato con l’iniziativa.” Ha aggiunto il Comitato che ha poi posto ancora l’attenzione sulle problematiche ambientali che riguardano il consumo di suolo e le falde acquifere.
“Siamo quasi 350.000 abitanti, la falda idrica si abbassa ed in più punti è inquinata, i due laghi si stanno riducendo a pozzanghere e i boschi sono messi a profitto dai comuni e dai privati. E su tutto ciò incombe l’incubo inceneritore.” Ha proseguito il Comitato che ha rivolto un appello alle prossime iniziative
“Non ci fermiamo e invitiamo tutti sia alla prossima assemblea settimanale a Genzano (venerdì alle 19, in via Don Morosini n.8, n.d.r.) sia al corteo a Garbatella sabato 1 marzo contro il modello-giubileo che è solo un’enorme messa a profitto basata anche sulla repressione di chi si oppone alle criticità che sta già provocando.” Dice il Comitato.
“Venerdì 28 febbraio, sempre a Genzano, ci stiamo organizzando per un secondo incontro con i comitati territoriali locali e a breve decideremo la data per andare di nuovo a Nemi a chiedere di non disboscare anche l’area di Fontan Tempesta, a rischio dopo l’ennesimo vergognoso via libera rilasciato dall’Ente Parco.” Continua il Comitato che conclude affermando:
“La lotta non si ferma, anzi, è ancora solo all’inizio ed oggi è stato davvero un passaggio molto importante per i contenuti, intenso per la partecipazione e notevole per il riscontro e la solidarietà di tanta e tanta gente che era in piazza.”