La via più che sacra…dissacrata. Inizia così il post di invito alla passeggiata ecologica che si svolgerà domenica 9 giugno a Rocca di Papa.
L’iniziativa è stata organizzata dal volitivo Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani e dalla Brigata Messalla.
L’appuntamento è per ore 10 ai campi d’Annibale a Rocca di Papa da dove partirà una passeggiata di dieci chilometri sulla via Sacra.
Sarà possibile ammirare il paesaggio dal Belvedere, ma soprattutto assistere a quanto è stato disboscato in quella zona e come l’uso dei mezzi meccanici usati dalle ditte boschive abbiano rovinato la via Sacra, nel silenzio del Comune e della istituzioni.
La Via Sacra si percorre per raggiungere i monti più alti del nostro Parco ossia Monte Cavo e Maschio delle Faete, che sono stati entrambi danneggiati dal taglio ceduo.
Questa zona oltre ad avere un valore paesaggistico incredibile, è anche uno dei punti più importanti del territorio dal punto di vista archeologico.
Il Monte Cavo (950 m s.l.m.) e i suoi boschi sono stati da sempre considerati sacri: prima dalle popolazioni preromane, poi dai romani stessi. Monte Cavo era così importante perché sulla sua cima sorgeva il tempio di Giove Laziale.
Ogni anno, presso il tempio, si tenevano le Feriae latinae, grandi celebrazioni in onore di questa divinità, particolarmente importante nel Lazio. La strada che risaliva il monte per raggiungere questo luogo sacro prese quindi proprio il nome di Via Sacra, che si conserva tutt’oggi in ottimo stato.
“Nonostante questo punto sia di incredibile valore storico, non è stato risparmiato minimamente dal taglio selvaggio dei boschi. – dice il Comitato protezione boschi dei Colli Albani – È stato disboscato tantissimo sulle pendici dei monti, lasciando queste aree con pochi alberi in piedi e il terreno ormai morto, privo di sottobosco e pieno delle tracce dei cingolati che con prepotenza sono entrati nel delicato ecosistema boschivo, distruggendolo.”
“La via che un tempo accoglieva i popoli latini in processione verso il tempio di Giove Laziale, un piccolo cammino su lastricati basaltici alla ricerca della pace, della non belligeranza, all’ombra di boschi sacri che ormai non esistono più, alla vista dei due piccoli laghi specchio delle divinità, ora è in rapido declino a causa dell’incapacità politica nell’affrontare i cambiamenti climatici.” Prosegue la nota del Comitato, che della questione ambientale ne ha fatto una bandiera.
“I boschi, luoghi di ristoro per gli umani, dimora della maggior parte delle specie viventi, vengono periodicamente tagliati con sonore motoseghe sprezzanti della vita, indifferenti rispetto al valore che per secoli quei luoghi hanno rappresentato per uomini, animali e per la vita tutta: casa.”
“La causa di questa distruzione è sempre la stessa, il profitto” afferma senza mezzi termini il Comitato protezione boschi dei Colli Albani.
“Nemmeno in prossimità di un bene archeologico così importante i trattori cingolati si risparmiano dal calpestare la storia, e ciò avviene nel silenzio di, quasi, tutti.”
Il comitato per la protezione dei boschi ha inviato una PEC a varie istituzioni, Ente Parco, Sovrintendenza, Carabinieri forestali, Comunità montana, per segnalare le legnaie sparse ai lati della Via Sacra, non rivendo nessuna risposta in merito.
“Percorreremo la via sacra per ridarle pregio, accarezzata dai passi di chi si muove dal basso e in punta dei piedi cercando di creare una comunità attiva, consapevole, militante” chiosa il Comitato.