Hanno sfidato il tempo incerto e il freddo pungente, oltre un centinaio di persone si sono ritrovate questa mattina in piazza Di Vittorio ai Campi di Annibale a Rocca di Papa per partecipare alla manifestazione indetta dal Comitato Protezione Boschi dei Colli Albani a tutela dei boschi dei Castelli e contro il Parco dei Castelli a cui si imputa di non svolgere il suo ruolo.
Slogan, striscioni e cartelli sono stati esposti nel colorato corteo che si è snodato per le vie del centro storico di Rocca di Papa per poi concludersi davanti a Villa Barattolo sede del Parco dei Castelli.
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Al centro della protesta i continui appalti affidati alle ditte boschive per il taglio del ceduo di castagno patrimonio dei boschi dei Castelli.
La partecipazione è un’ulteriore dimostrazione del livello di arrabbiatura di chi vive quei boschi, dai turisti, agli escursionisti, camminatori.
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Al centro della polemica le modalità con cui vengono effettuati questi tagli con l’utilizzo di autoarticolati che distruggono il sottobosco, dei mezzi cingolati, di tagli che vengono autorizzati a ridosso di siti archeologici, del mancato o scarso controllo dell’esecuzione dei tagli, di alberi diversi dal castagno che vengono tagliati per sbaglio, ma ancora di più si nota l’assenza di controlli da parte dell’Ente Parco sull’effettuazione dei lavori.
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Il Comitato chiede norme e controlli più severi per evitare alcuni scempi ambientali che vengono prodotti nel corso dei tagli, ma soprattutto una politica diversa di sfruttamento del bosco, non invasivo, non destinato ad essere ripetutamente tagliato. “Il bosco non so vende, il bosco si difende” è stato lo slogan della manifestazione.
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Sempre secondo il Comitato è illogico procedere ai tagli intensivi, per questo chiedono lo stop a questo tipo di lavorazione. Ma soprattutto, il Comitato ed i cittadini che hanno sfilato con esso, hanno chiesto al Parco di “darsi una mossa” e di tornare a svolgere il ruolo per il quale fu istituito 40 anni fa dopo una raccolta di firme dei cittadini senza precedenti.
L’Ente Parco autorizza tutto con troppa facilità, l’accusa dei manifestanti che invece vogliono che il Parco faccia il Parco, valorizzi tuteli ed incentivi le bellezze naturalistiche del territorio. La critica è rivolta ad alcuni tagli a Rocca di Papa come tra Nemi e Velletri, dove addirittura sono stati distrutti percorsi della via francigena, ippovie costate qualche centinaio di migliaia di euro, il rischio di compromettere siti archeologici.
E poi i rischi ambientali correlati dai ripetuti tagli che rischiano di rendere il terreno meno impermeabile a danno delle falde acquifere e del sottobosco.
Insomma è arrivato il momento di aprire una riflessione sui boschi cedui dei Castelli, sulle modalità dei tagli, sullo sfruttamento e sulla valorizzazione. Continuare ad agire secondo logiche secolari non funziona più è anacronistico. I Comuni, il Parco e le aziende boschive devono fare un balzo in avanti, riflettere insieme ai cittadini e ai comitati su modelli moderni di sostenibilità ambientale, se già si facesse questo sarebbe una novità.