La sanità nel Lazio sta attraversando una fase critica, con problemi che gravano direttamente sui cittadini: fuga dei pazienti verso altre regioni, aumento delle aggressioni al personale sanitario e carenza di medici di base.
A fronte di questa emergenza, lo Stato ha deciso di destinare 800 miliardi di euro per l’acquisto di armi, nonostante in Italia non ci sia alcun conflitto in corso.
Fuga dei pazienti e deficit economico

Nel 2022, il Lazio ha registrato un saldo negativo nella mobilità sanitaria di 193,4 milioni di euro, con un aumento di oltre 50 milioni rispetto all’anno precedente. Sempre più persone scelgono di curarsi fuori regione, sintomo di una sfiducia crescente nel sistema sanitario locale. Nel frattempo, il bilancio della sanità regionale continua a peggiorare, con un disavanzo che ha già raggiunto 132 milioni di euro e una proiezione negativa di 738 milioni nei prossimi anni.
Crescono le aggressioni ai medici
Un altro dato allarmante riguarda la sicurezza del personale sanitario: nel Lazio si sono verificati 1.600 episodi di aggressione nei confronti di medici e infermieri nell’ultimo anno. Il 75% delle vittime sono donne, e i reparti più colpiti sono i Servizi Psichiatrici di Diagnosi e Cura (18%), i pronto soccorso (17%) e i reparti di area medica (10%).
Mancano i medici di base
A questo si aggiunge una grave carenza di personale: nei prossimi due anni si prevede che il Lazio perderà oltre 1.100 medici di base, mettendo a rischio l’accesso alle cure per migliaia di cittadini. Per affrontare la situazione servirebbero almeno 1.200 nuovi medici di famiglia, ma le istituzioni sembrano ignorare il problema.
Il Bilancio della sanità nella Regione Lazio
A complicare ulteriormente il quadro, il settore sanitario regionale deve far fronte a un pesante disavanzo finanziario. L’amministrazione ha ereditato un buco di 132 milioni di euro per il 2022, mentre per il 2025 il deficit è stimato intorno ai 738 milioni di euro. Questo squilibrio economico minaccia la sostenibilità del Servizio Sanitario Regionale, rendendo necessarie misure di contenimento della spesa e un’ottimizzazione delle risorse disponibili.
Per cercare di migliorare l’efficienza del sistema e ridurre le liste d’attesa, la Regione Lazio ha stanziato 17 milioni di euro per garantire l’erogazione di 400.000 prestazioni “fuori soglia”. L’obiettivo è diminuire i tempi di attesa per esami e visite specialistiche, che in molti casi superano i limiti previsti dalla normativa.
800 miliardi per la guerra, mentre la sanità crolla
Mentre ospedali e pronto soccorso sono al collasso e le liste d’attesa si allungano, il governo ha deciso di investire 800 miliardi di euro in armamenti, nonostante in Italia non ci sia una guerra in corso. Una cifra che, se destinata alla sanità, potrebbe risolvere buona parte delle emergenze del settore e garantire cure migliori a milioni di italiani.
Di fronte a questa situazione, sindacati e associazioni di categoria chiedono interventi immediati per risollevare la sanità pubblica. Ma la politica, sembra, ha altre priorità.