Il sentiero dell’acquedotto, percorribile da alcuni anni grazie ad un intervento di un’associazione di volontari, è uno dei percorsi più affascinanti dei Castelli Romani.
Il sentiero dell’Acquedotto, o dei Caprai, è un percorso tra i boschi, a mezza costa del crinale del lago di Nemi, che collega fin da epoche remote Genzano e Nemi.
Il tracciato, di notevole interesse naturalistico, storico e archeologico, era utilizzato sino agli anni Settanta dai caprai per spostare le loro greggi lungo i pascoli vicini al lago.


Lungo il cammino è possibile ammirare la vegetazione autoctona dei Castelli Romani (qui non si è mai effettuato il taglio ceduo del castagno), ammirare il lago da due spettacolari “pentime” e, particolarità unica del sentiero, attraversare una serie di passaggi tra le rocce (piccole gallerie e stretti budelli) scavati dai caprai per far passare le greggi.
La partenza è da Genzano, alla fine di via della Madonnina, nei pressi della piazzetta accanto a Villa Von Siebenthal.
Il sentiero non è molto battuto, non s’incontrano bikers e le famiglie preferiscono fare quello tradizionale per Fontan Tempesta, che passa per le Piagge poco più in alto.
Comunque il sentiero risulta abbastanza facile da percorrere, ma è sconsigliabile per chi soffre di vertigini da altezza. C’è qualche punto esposto sul quale è stata attrezzata una corda e ci sono sei cunicoli che si attraversano a carponi.
I resti dell’acquedotto li incontriamo nella parte finale del tragitto, all’incirca sotto il fosso di Fontan Tempesta, in corrispondenza di una piccola cascata.

L’acquedotto è stato scavato nel tufo intorno al V secolo a.C. e serviva per raccogliere l’acqua che scendeva da Monte Cavo sfociando nel lago di Nemi per il fosso accanto al Museo delle Navi.
Veniva anche utilizzato per captare l’acqua piovana e incanalarla come strumento di salvaguardia dall’erosione del costone dalle frane che avrebbero compromesso i terreni agricoli a valle.

Risistemato sul finire dell’800, ora mostra accanto ai cunicoli antichi anche delle porticine, chiuse, che riportano la data 1889, al cui interno scorre velocemente l’acqua.

L’acquedotto forniva l’acqua per i pellegrini che si recavano al santuario di Diana, sotto la parete settentrionale del Lago, e forniva l’acqua all’impianto termale e alle ville romane sul lato occidentale del lago.
Arrivati al bivio con il sentiero CAI 511, si può scegliere se girare a sinistra, ritornando indietro lungo il sentiero che arriva alle Piagge di Genzano (CAI 516), oppure girare a destra, arrivare a Nemi e poi ritornare a Genzano lungo in sentiero dell’Acquedotto o lungo il sentiero CAI 516.
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