L’ingente sanzione irrogata a Sky Italia dal Garante della protezione dei dati personali in seguito a numerose violazioni riscontrate durante le attività di telemarketing e di invio di comunicazioni commerciali non è che l’ennesima conferma di un fenomeno radicato e diffuso, in cui il diritto alla riservatezza dell’utente non è ancora adeguatamente tutelato.
Da anni Federconsumatori si occupa del problema del telemarketing selvaggio, assistendo gli utenti e raccogliendo segnalazioni in merito alle condotte di call center che, agendo anche illecitamente o comunque muovendosi non di rado al limite della legalità e nelle zone grigie della normativa vigente, contattano gli utenti per promuovere la vendita di beni e servizi.
“Da sempre, in tal senso, Federconsumatori caldeggia l’introduzione di un sistema di opt in nel Registro consultabile dalle aziende per il ricevimento di proposte commerciali, contrario all’attuale sistema di opt out che, come vediamo dai rilevamenti del Garante, non viene tenuto nella dovuta attenzione da parte di alcuni operatori.” Afferma Federconsumatori
È questo il caso di Sky: l’Authority ha riscontrato come l’azienda non aveva consultato l’iscrizione al Registro delle Opposizioni delle utenze contattate a fini promozionali, né svolto le necessarie verifiche sugli adempimenti in materia di consenso all’utilizzo dei dati prima di contattare gli utenti.
“Riteniamo rilevante, inoltre, la circostanza confermata dal Garante per la quale, in assenza di uno specifico consenso degli interessati, è vietato ogni ulteriore trattamento con finalità promozionale dei dati personali riferiti ad account aperti sulla piattaforma di streaming-on demand (nel caso specifico NOW, di proprietà di Sky) poiché, dichiara il Garante “disporre di un account per una piattaforma on demand non significa infatti aver espresso un consenso alla ricezione di comunicazioni promozionali”. Puntualizza la Federconsumatori
“Non possiamo che auspicare che la sanzione di oltre 840 mila euro possa servire come deterrente per tutte quelle aziende che, ad oggi, utilizzano ancora il telemarketing, troppo spesso con pratiche aggressive, raggirando o violando le norme in essere e che tali esempi spingano il legislatore a rendere più agevole, per l’utente ma anche per le stesse aziende, il sistema di gestione dei dati personali a scopi promozionali istituendo un registro pubblico delle autorizzazioni, in cui siano contenuti i nominativi ed i recapiti di tutti quegli utenti che consapevolmente si rendono disponibili a ricevere chiamate, messaggi e comunicazioni a fini promozionali.” Conclude Federconsumatori