Si è svolto ieri il tavolo permanente di crisi all’assessorato allo sviluppo economico della Regione Lazio. Una riunione che ha visto tanti interventi e poche idee da mettere insieme.
Solo dagli imprenditori è emersa qualche idea di concretezza, sperando che i politici presenti e qualche sindacalista, abbiano preso appunti su cui studiare per il futuro.
Intanto c’è da dire che, nel frattempo che la politica attenda gli eventi, la situazione nello stabilimento ciociaro di Stellantis è la seguente: da questa mattina gli operai dei reparti stampaggio lamiera e plastica resteranno a casa con i Contratti di Solidarietà. I contratti di solidarietà arrivano quando ormai gli ammortizzatori ordinari sono esauriti.
Nello stabilimento di Piedimonte San Germano adesso si lavora su un turno solo e la produzione è crollata del 38,7%. I dipendenti sono la metà poco più di 2500.
Che succede domani? Per le tute blu si prospetta un inverno rigido e un Natale buio. Dalla Multinazionale dell’auto segnali non ne arrivano e neanche un tavolo nazionale del Governo, per almeno cercare di trovare soluzioni ponte per i lavoratori, piuttosto che incentivi per acquistare auto elettriche che non compra nessuno, banalmente perché costano troppo e, oggi, in Italia appare difficile spendere 40-50 mila euro per acquistare un automobile.
La spinta voluta dalla Comunità Europea sull’elettrico non ha buttato nel panico solo Stellantis, ma i più importanti produttori di macchine europee. Quindi il problema non è Cassino, ma una revisione di queste politiche che arrivino da Bruxelles e con l’attuale assetto politico in Europa, pensare a delle soluzioni sembra assai pleonastico.
Una idea potrebbe invece essere quella di specializzare ancora di più le aziende dell’indotto, che sono già altamente qualificate e che non lavorano solo per Stellantis, per creare un HUB di valore con l’utilizzo di tecniche moderne e il contributo dell’intelligenza artificiale. Una sorta di piano industriale per il sud del Lazio che la politica dovrebbe sostenere con incentivi alle imprese e un progetto complessivo, ma con l’attuale situazione in Regione, dove a tenere banco sono la spartizione delle poltrone, parlare di lavoro, qualità innovazione tecnologica, occupazione, è come parlare in aramaico.
A Stellantis bisogna chiedere il rispetto del piano industriale che prevede la costruzione di 600 macchine al giorno, un impegno oggi difficile da mantenere non essendoci ordini e prenotazioni, ma qualcosa Stellantis dovrà pure mettere sul piatto, oltre che a chiedere sempre e comunque incentivi di Stato, o quanto meno anticipare la produzione dei modelli Alfa full elettric previsti per il 2025 e il 2026.
La Regione manterrà aperto il tavolo tecnico con le associazioni di categoria e i sindacati, in attesa di una schierata che sembra tardare ad arrivare.