Il Terminillo, la “montagna dei romani”, è irriconoscibile. A metà inverno, non c’è traccia di neve sulle sue piste da sci, che restano chiuse e deserte. Un fenomeno che riguarda tutto il Lazio, dove le temperature sono troppo alte per consentire anche l’innevamento artificiale. Legambiente lancia un appello per ripensare la gestione e lo sviluppo delle località sciistiche, in vista dei cambiamenti climatici.
Un inverno anomalo e preoccupante
Il paesaggio invernale è surreale. Sul Terminillo, massiccio dei Monti Reatini che svetta a 2.217 metri di altezza sugli Appennini, non si vede neanche un fiocco di neve. Nonostante sia una delle mete preferite dagli sciatori romani, la località turistica è vuota e silenziosa. Gli impianti di risalita sono spenti e i cannoni sparaneve giacciono abbandonati sull’erba.
Non si tratta di un caso isolato. In tutto il Lazio, la situazione è la stessa. Secondo il fotoracconto di Legambiente, nel Lazio ci sono zero metri quadri di neve e zero giorni di attività per i quattro impianti di risalita per lo sci alpino, dove le temperature medie sono oltre i 2 gradi. Anche l’innevamento artificiale è impossibile, per le condizioni climatiche sfavorevoli.
Si tratta di un inverno anomalo e preoccupante, che mette in crisi il settore turistico e sportivo legato alla montagna. Ma non solo. L’assenza di neve ha anche conseguenze negative sull’ambiente, sulla biodiversità, sul ciclo dell’acqua e sulla prevenzione dei rischi idrogeologici.
L’appello di Legambiente: “Ripensare la montagna”
Di fronte a questo scenario, Legambiente lancia un appello per ripensare la montagna e le sue potenzialità. Il presidente Lazio di Legambiente, Roberto Scacchi, dichiara: “Vanno ripensate tutte le scelte per le località sciistiche, a partire dalla necessità di diversificare le offerte turistiche e di valorizzare le risorse naturali, culturali e gastronomiche del territorio. Bisogna anche investire in efficienza energetica, fonti rinnovabili, mobilità sostenibile e tutela del paesaggio. Solo così si potrà garantire un futuro alla montagna, in un contesto di cambiamenti climatici sempre più evidenti e drammatici”.
Legambiente propone anche alcune azioni concrete per affrontare l’emergenza neve e salvaguardare la montagna. Tra queste, la creazione di un osservatorio regionale sulla neve e il clima, la revisione dei piani regolatori degli impianti sciistici, la promozione di attività alternative allo sci, come il trekking, il cicloturismo, l’escursionismo, la valorizzazione dei prodotti tipici e delle tradizioni locali.
La montagna è un patrimonio da proteggere e da rilanciare, con una visione innovativa e sostenibile. Il Terminillo senza neve è un segnale di allarme che non va ignorato, ma che richiede una risposta urgente e condivisa.