Il Sindaco Gualtieri, nega lo svolgimento della tavola rotonda già autorizzata, in Campidoglio
Ha dell’incredibile quanto è accaduto a Roma, ieri.
Sabato era prevista in Campidoglio nella sala del Carroccio, una tavola rotonda, organizzata dalla rete tutela Roma sud sull’inceneritore di Santa Palomba a cui avevano dato la loro adesione, forze politiche, associazioni e comitati, sindacati.
Ebbene a poche ore dall’inizio dell’evento, il comune ha vietato l’accesso alla sala del Carroccio, giustificando la presenza di un altro evento nella sala della Protomoteca.
Di fatto, pur avendo autorizzato la tavola rotonda e la sala, il Comune di Roma ne ha impedito il suo svolgimento.
Inutili le proteste degli organizzatori e quelle dei politici presenti, tra cui Marco Miccoli del PD, lo stesso partito del sindaco Gualtieri. Non c’è stata nessuna possibilità di mediazione e così la tavola rotonda si è trasformata in una assemblea che si è svolta sul piazzale del Campidoglio.
“Una decisione grave – ha detto Marco Miccoli – quella del sindaco Gualtieri, un atto assurdo che denota nervosismo e scarsa propensione al dialogo. Oggi le associazioni e i comitati hanno scongiurato il pericoloso silenzio imposto con un atto arrogante”
Lo scontro sul termovalorizzatore è ormai totale e non risparmia niente e nessuno. Nei prossimi giorni sono previste altre iniziative, il 22 davanti all’area dove sorgerà il termovalorizzatore ed il 9 aprile a Pomezia.
Una vicenda, questa del termovalorizzatore, che è la punta di un iceberg per il territorio dei Castelli e della valle del sacco.
A sud, ad Artena, dopo lo spauracchio del mega impianto della Fassa e Bartolo, si fa largo ora l’ipotesi di una centrale a biogas, la Bretella Cisterna Valmontone andrà ad accelerare la movimentazione delle merci e delle persone, ma creerà un problema ambientale importante alle colture di pregio del territorio, tra cui il vino e la produzione olearia.
A nord del territorio la querelle infinita sulla realizzazione del termovalorizzatore capitolino proprio a ridosso di Albano, in una zona già antropizzata per la discarica di Roncigliano.
Insomma, mentre le associazioni ambientaliste se ne vanno a passeggio in montagna, i sindaci dei territori e i cittadini organizzati in movimenti e associazioni stanno cercando, non senza grossi problemi, a cercare di salvare il salvabile.
A ciò bisogna aggiungere che il cambiamento climatico in atto, ha già portato i laghi di Albano e Nemi a scendere di livello, perdendo circa tre metri, e dai quali Acea dovrebbe pompare altra acqua per due mega invasi che dovrebbero alimentare proprio il termovalorizzatore.
Insomma l’area agricola di qualità tanto decantata da Goethe rischia di antropizzarsi definitivamente.
Il rischio più grande oggi è rappresentato dal termovalorizzatore, che sembrerebbe essere in grado di assorbire 650 mila tonnellate annue all’interno del quale si dovrebbe bruciare di tutto, almeno a sentire sindaci ed associazioni del territorio.
È evidente che in questa vicenda sia mancata una mancata una cabina di regia in grado di gestire questa problematica.
Nei giorni scorsi a Genzano si era svolta una partecipa assemblea alla quale avevano partecipato amministratori locali dei comuni di Genzano, Ciampino, Nemi, Albano, Marino, Ariccia. Per Velletri era presente solo il consigliere di noi domani Giulia Ciafrei.
Roma e chi l’amministra, si dimostra essere assolutamente incapace di gestire il ciclo dei rifiuti. Pensare di progettare una raccolta differenziata, magari per quartieri, con un unico centro di raccolta dell’umido e dell’indifferenziato, sembra proprio essere un miraggio per qualsiasi sindaco capitolino.
Ancora peggio Gualtieri che, non solo va avanti per la strada del termovalorizzatore, ma adesso si sta comportando come il padrone delle ferriere, visto il comportamento di sabato.
Insomma un vero problema che rischia di compromettere i rapporti tra il territorio e la Capitale e di scaricare sui cittadini i rischi di questo impianto. Vale la pena ricordare, come una azione forte sul riciclo potrebbe poi portare ad avere una minima quantità di rifiuti da smaltire, come indifferenziato.
Questo significherebbe ripensare l’intervento, aprire una concertazione col territorio, salvaguardare le aziende agricole che sono li da decenni e che si ritroverebbero a fianco il nuovo inceneritore.
Tra l’altro una delle polemiche sollevate dai cittadini dei castelli contro l’amministrazione Gualtieri sta proprio nel fatto che i comuni castellani siano tra i migliori comuni ricicloni d’Italia.
La ridistribuzione dell’energia prodotta dal termovalorizzatore, sarà un beneficio economico tale per i cittadini, da compensare? Secondo sindaci e associazioni no.
E le ricadute sanitarie? Forti sono anche le preoccupazioni per quanto riguarda i rischi per la salute dei cittadini.
Secondo le associazioni per assorbire 650 mila tonnellate annue di rifiuti, l’inceneritore dovrebbe smaltire 75 tonnellate l’ora, con un aumento impressionante di mezzi pesanti in transito da e per l’impianto.
Ma basteranno i soli rifiuti di Roma per questo impianto? Questa è un’altra domanda che i cittadini e i sindaci dei comuni si pongono, visto che l’impianto sarà attivo 365 giorni l’anno, almeno a sentire le previsioni.
Per avere una idea di quello che potrà essere questo ecomostro vi lasciamo due link relativi a due studi secondo i quali si potrebbero anche verificare l’incremento di alcune malattie causate dagli inceneritori.
https://www.deplazio.net/it/component/content/article/26-eras-lazio