Se l’ex Sindaco Caligiore ha fatto scena muta davanti ai magistrati Ida Logoluso e del pm Alberto Pioletti, che indagano nell’inchiesta “the good lobby” c’è invece chi ha deciso di parlare, cercando con le proprie deposizioni di fare revocare le misure restrittive o interdittive, o per scagionarsi dai capi di imputazione dell’inchiesta.
È il caso del geometra dell’ufficio tecnico di Ceccano Camillo Ciotoli, che ha risposto alle domande dei Magistrati, relativamente alle accuse che gli sono state mosse che sono di associazione a delinquere e di corruzione.
Vincenzo D’Onofrio, ai domiciliari per corruzione, chiamato in causa da procura europea e squadra mobile, ha respinto le accuse relativamente ai finanziamenti per i servizi di accoglienza dei richiedenti asilo. Ha confermato i rapporti con Stefano Annibali che insieme al Sindaco sarebbero state le sole persone che conosceva in città.
Danilo Rinaldi, agli arresti domiciliari ha sostenuto di non sapere nulla della famosa cartellina rossa, che avrebbe contenuto, secondo l’accusa, una tangente da 14.000 euro. Ha confermato di aver lavorato per il Comune, con affidamenti diretti e in subappalto da altre ditte.
Il fratello Massimo Rinaldi, ha spiegato di non sapere nulla di tangenti per i lavori a Ceccano, ha ribadito di aver sempre lavorato in maniera corretta e di non aver mai pagato alcunché.