Dopo l’intervento feroce di Benjamin Netanyahu all’Assemblea Generale dell’ONU, che ha sconvolto gran parte dei paesi presenti per le sue pesanti accuse di antisemitismo rivolte a tutti e per il tono minaccioso, il presidente israeliano ha ordinato un devastante attacco al Libano. Quest’azione potrebbe trascinare l’Iran nel conflitto, anche se Teheran sembra determinata a mantenere aperti i canali diplomatici con gli Stati Uniti e l’Europa, cercando di non cadere nella trappola tesa da Israele. La guerra nella regione sta rapidamente degenerando in un massacro di civili, con il Libano che sembra trasformarsi in una nuova Gaza, mentre le bombe piovono sulle case e la popolazione cerca disperatamente di fuggire, in attesa dell’invasione di terra da parte delle truppe israeliane.
Nasrallah ucciso in un attacco aereo
In questo quadro di escalation continua, l’esercito israeliano ha annunciato di aver eliminato il leader di Hezbollah, Sayyed Hassan Nasrallah, durante un raid aereo che ha colpito il quartier generale del gruppo nella periferia meridionale di Beirut. L’attacco, avvenuto nella notte di venerdì, ha abbattuto un intero isolato di edifici e causato numerose vittime. Non ci sono stati commenti ufficiali da parte di Hezbollah, ma le voci sulla morte del loro leader stanno alimentando la tensione nell’intera regione.
Israele ha intensificato la sua campagna di bombardamenti, ignorando le richieste internazionali di un cessate il fuoco. Da lunedì, oltre 700 persone sono state uccise in Libano, con le vittime civili che continuano a salire in seguito ai ripetuti raid israeliani. Nasrallah, alla guida di Hezbollah da 32 anni, è stato una figura centrale nel panorama politico e militare libanese, e la sua morte potrebbe segnare un punto di svolta nel conflitto.
Proteste in Iran e rabbia crescente
Nel frattempo, in Iran, migliaia di persone sono scese in piazza a Teheran per protestare contro gli attacchi israeliani in Libano e Gaza. Tra bandiere di Hezbollah e Hamas, i manifestanti hanno invocato vendetta per la morte di Nasrallah. Mohammad Mousavi, uno dei partecipanti, ha dichiarato ad Al Jazeera: “La pazienza del nostro popolo è al limite. Questa è una chiara provocazione, e la risposta non tarderà ad arrivare”. La morte del leader di Hezbollah, secondo molti, potrebbe accelerare la fine di Israele, aumentando il livello di odio nei confronti dello Stato ebraico.
Una guerra senza fine
La campagna militare israeliana non sembra mostrare segni di rallentamento. Il capo di stato maggiore israeliano, Herzi Halevi, ha dichiarato che l’operazione contro Nasrallah è solo una delle tante che verranno messe in atto per eliminare ogni minaccia contro i cittadini israeliani. “Chiunque minacci Israele verrà colpito”, ha affermato Halevi, ribadendo che la presunta uccisione di Nasrallah non rappresenta la fine del conflitto.
In parallelo, la situazione a Gaza continua a peggiorare. Secondo fonti locali, un raid israeliano ha colpito una tenda di sfollati all’interno di un complesso ospedaliero, uccidendo un civile palestinese e ferendone altri quattro. Le condizioni umanitarie nella Striscia sono sempre più gravi, con migliaia di persone in fuga e il sistema sanitario al collasso. James Elder, portavoce dell’UNICEF, ha descritto la crisi come “cumulativa e inesorabile”, con i bambini che pagano il prezzo più alto. “Ho visto bambini con ustioni di quarto grado, una sofferenza indicibile”, ha detto Elder, sottolineando che solo una soluzione politica potrà mettere fine a questo incubo.
L’Europa inutile
Mentre il mondo guarda sgomento l’ennesima escalation nel Medio Oriente, l’ombra di una guerra sempre più estesa incombe sulla regione. L’Europa ancora una volta osserva inerme. La politica del nostro continente è sempre più marginale.
La morte di Nasrallah segna un nuovo capitolo di violenza, con il Libano che potrebbe diventare il nuovo epicentro di un conflitto senza fine, spingendo sempre più lontano ogni speranza di pace.