Ha preso il via domenica 9 febbraio la IV edizione di Pomeriggi DiVersi: iniziativa curata da Sabrina Vanini, con la promozione dell’assessorato alle biblioteche del Comune di Albano Laziale, che prevede sei appuntamenti di lettura e ascolto di poesie.
L’evento di domenica aveva come titolo “Acqua, risorsa di vita: i nostri laghi” ed era articolato nella lettura di poesie e nella presentazione della mostra fotografica a cura di Francesco Pulice.
Alla manifestazione hanno partecipato tantissimi abitanti dei Castelli Romani e, quindi, la maggior parte dei componimenti poetici erano dedicati al lago Albano e al lago di Nemi.
All’evento è stato invitato anche il sottoscritto con l’obiettivo di raccontare le motivazioni che mi hanno spinto a pubblicare il libro “Il lago e le sue storie” e per spiegare alle numerose persone convenute la situazione dei nostri laghi.
Ebbene, anche se negli ultimi decenni ho partecipato a decine di convegni e manifestazioni su questo tema, nel pomeriggio di domenica ho provato emozioni fortissime e mi sono commosso nell’ascoltare i versi composti da tanti poeti in difesa dei nostri laghi.
Versi ricchi di sensazioni, rancori, passioni, emozioni ricordi, suggestioni, turbamenti, invettive, denunce. Mai come ieri mi sono sentito partecipe di un desiderio comune che è quello di tutti noi di salvare i nostri laghi e, ascoltando i sentimenti profondi che suscita la crisi idrica dei nostri laghi, per la prima volta si è accesa in me la speranza di potercela fare.
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E, quando ho tenuto il mio brevissimo intervento sulle problematiche dei nostri laghi, ho avuto la netta sensazione di avere davanti a me un uditorio molto attento e voglioso di conoscere come sarebbe stato possibile risolvere, almeno in parte, la crisi dei nostri laghi.
Ho voluto, quindi, ricordare che i laghi dei Castelli Romani, situati a pochi chilometri daRoma, sono una delle gemme naturali più affascinanti del Lazio. Laghi che sono stati la culla della Civiltà Latina da cui è originata la Civiltà Romana: il lago Albano (lacus Albanus) luogo dove sorgeva Alba longa, la madre di Roma; il lago di Nemi (Speculum Dianae) era lo specchio d’acqua dove si affacciava il santuario di Diana all’interno del Bosco Sacro di Nemi.
Nei secoli, questi due laghi sono diventati famosi per le loro acque limpide, per i boschi lussureggianti che li circondano e per i panorami mozzafiato. Poi tra gli anni 70-80 c’è stato un vero sacco edilizio del territorio e gli abitanti dei Castelli Romani sono passati da 100.000 a 350.000 con la conseguente cementificazione del territorio e l’aumento esponenziale dei consumi.
La cementificazione ha, nel tempo, compromesso la capacità del terreno di assorbire l’acqua piovana e di alimentare le falde acquifere dei due laghi. A questo vanno aggiunti le migliaia di pozzi (moltissimi abusivi) che attingono acqua dalle falde sotterranee e il prelievo diretto dell’acqua da parte di Acea per rifornire gli utenti delle città limitrofe.
La drammatica diminuzione del livello delle acque (oltre sette metri) non solo altera l’equilibrio dell’ecosistema acquatico, ma minaccia anche le specie animali e vegetali che dipendono dal lago per la loro sopravvivenza.
Nessuno ha fatto nulla in questi 40 anni, anzi hanno continuato a costruire e quindi siamo arrivati ad un punto di non ritorno perché il livello delle acque diminuisce anche d’inverno.
Cosa fare, quindi, per provare a salvare i nostri laghi? Sicuramente è necessario ridurre, se non annullare, i prelievi da parte di ACEA, censire i pozzi e chiudere tutti quelli abusivi, portare avanti politiche di riduzione dei consumi e, soprattutto, cominciare a proporre piani regolatori che tengano conto di queste drammatiche problematiche (cemento zero).
All’evento ha partecipato anche il consigliere delegato del Comune di Grottaferrata, Giancarlo Della Monica, che da alcuni anni effettua misurazioni costanti del livello delle acque del lago Albano.