Che confusione sarà la distrazione, che prende ai quelli che fanno opposizione.
E poi si incartano e se la prendono con Sindaco ed amministrazione.
Ma a parte le battute di humor, c’è ben poco da ridere su come si svolgono i Consigli Comunali a Velletri e sull’assenza di un’opposizione.
Nell’ultimo consiglio comunale è andato in scena l’ennesimo teatrino triste, in cui stavolta la parte tragicomica è stata a completo appannaggio di quel che resta dell’opposizione.
Come accade assai di frequente ( e non da questa consiliatura), al primo appello del Presidente del Consiglio Ladaga i consiglieri di maggioranza non erano presenti per garantire il numero legale, così l’opposizione ha ritenuto di uscire dall’aula e far slittare il consiglio. Chiaramente il regolamento consente che il numero legale si può formare entro un’ora.
Come da prassi iniziano le telefonate per far accorrere i ritardatari, quasi tutti nei banchi della maggioranza. L’opposizione nel frattempo chiede una riunione con il Presidente Ladaga in una stanza attigua all’aula consiliare per discutere della commissione trasparenza, manco fossimo in Parlamento. Al termine della fantomatica riunione, Ladaga torna in aula e, visto che la maggioranza aveva raggiunto i numeri, procede all’appello e inizia il consiglio.
I consiglieri di opposizione, sempre più distratti e forse assonnati, non percepiscono la ripresa dei lavori e non si recano in aula.
La maggioranza inizia così i lavori con i banchi dell’opposizione semivuoti. Apriti cielo.
L’opposizione rientra imbufalita e comincia, per bocca di Menicocci, ad attaccare Cascella e Ladaga, che in questo caso non hanno colpe ed in particolare Ladaga si è solo attenuto al regolamento. Inizia quindi una di quelle filippiche sulla correttezza e sul bon ton politico, sull’assenza di dialogo. Una reprimenda però davvero campata in aria.
Passati tre giorni e con la sensazione di essere vittime di “bullismo” istituzionale (si scherza dai), i partiti di centrosinistra escono con un comunicato in cui si dicono di sentirsi presi in giro dalla maggioranza, in cui si sentono offesi e derisi. Insomma certificano, anche se non ce n’era bisogno, di essere delle mere comparse in consiglio comunale.
Qualcuno dell’opposizione la prende a ridere, come Totò nella famosa scena “ma sono Pasquale, io?”, altri drammatizzano talmente tanto che sembra stiano parlando del Cile di Pinochet. Alla fine andrebbe semplicemente spiegato che alla città di tutto questo interessa il giusto, ovvero nulla.
Cascella giustamente se la ride. Con un’opposizione pressapochista, distratta e inconcludente sa bene che vivrà di rendita per i prossimi anni. Anche perché alcune azioni concrete le sta mettendo in atto, come il piano del centro storico atteso da anni. Anche in questo caso il PD invece di ringraziare la maggioranza per aver portato avanti gli atti istruiti dalla vecchia giunta, ha risposto con un comunicato piccato e polemico, a dimostrazione della frustrazione che si vive a via Guido Nati o Piazza di Mario.
Piuttosto c’è da chiedersi se e quando si tornerà ad una serietà istituzionale e politica, in grado di mettere al centro gli interessi dei cittadini e non le dinamiche di palazzo che fanno parte di una politica morta e sepolta.
Che confusione. Soprattutto quando non c’è più nulla di serio da dire. E da fare.