Il 1 giugno di 80 anni fa Velletri e l’Italia veniva liberata dai nazifascisti. A compiere questo gesto l’esercito alleato composto da soldati provenienti da ogni dove, che persero la loro vita lontani migliaia di chilometri dalle loro case per restituirci la libertà, negata da oltre venti anni di regime.
Per Velletri ed il territorio castellano il 1 giugno rappresenta una data importante, visto che grazie alla battaglia di Velletri, gli alleati sfondarono le linee tedesche arrivando fino a Roma.
In tutti i comuni del circondario, le amministrazioni locali, unitamente alle associazioni dei cittadini, hanno organizzato iniziative di ricordo e di ringraziamento.
L’unica città che non ha pensato a fare questo è Velletri, la città epicentro della battaglia del 1 giugno.
Dimenticanza o precisa volontà? Sembra poco credibile la dimenticanza di una data alla quale grande attenzione hanno mostrato le amministrazioni locali e la Presidenza della Repubblica.
Soprattutto quando in città esiste un’associazione che della storia della Linea Cesar ha ricostruito nomi, numeri ed eventi.
Una associazione che in questi mesi è stata invitata da più comuni a presenziare ed a organizzare iniziative a ricordo e a memoria di questo evento, riscuotendo apprezzamento unanime.
Ma si sa, nessuno è profeta in patria, soprattutto se non sei neanche considerato dall’attuale amministrazione.
La battaglia di Velletri, per i pochi attenti, è ancora oggi oggetto di studio nelle accademie militari, tra cui quella di West Point in America, proprio per come venne preparata e come venne gestita dall’esercito angloamericano.
Va da se però che l’attuale amministrazione di destra-centro non ha pensato a valorizzare questo evento, affidando la realizzazione di una commemorazione solo per ricordare il bombardamento degli alleati sulla città.
Si sarebbe potuto pensare ad un bando per queste ricorrenze: bombardamento della città, l’eccidio dei martiri di Pratolungo, la battaglia di Velletri. Ma evidentemente non era questa la volontà del sindaco Cascella.
Nessuna celebrazione per i martiri di Pratolungo, trucidati dai nazisti con il favore dei collaborazionisti fascisti.
A ricordarli ci ha pensato l’ANPI di Velletri, con il concorso per i ragazzi delle scuole medie di Velletri, Lariano e Cisterna.
Nessuna commemorazione per la battaglia del 1 giugno.
Vale la pena ricordare come domani, oltre alla parata del 2 giugno, a Roma, ci sarà una manifestazione in ricordo dei soldati che persero la vita, presso il cimitero americano.
Nessun ricordo, nessuna memoria di questo evento che ha ridato la libertà al popolo italiano.
Evidentemente la giunta guidata dall’avv. Cascella è più concentrata a spendere soldi per feste e festicciole, che ricordare questo evento.
Così come nessun accenno a ciò è nell’invito alla celebrazione della festa della Repubblica, che avrà inizio alle 9,30 per finire magari dieci minuti dopo, come è avvenuto per quella del 25 aprile.
Per una giunta che ha al suo interno una forte caratterizzazione di retaggio postfascista, celebrare la liberazione deve essere un pò indigesto.
Vale la pena ricordare, però quei momenti, di 80 anni fa. Lo facciamo facendo nostre le parole di Paolo Carotenuto, giornalista, autore del libro “La Battaglia di Velletri”, che ha approfondito e studiato questi eventi, facendo conoscere ai più la storia della linea Cesar.
Il 25 maggio il VI Corpo d’armata d’America fu aiutato dal II corpo per sostenere le battaglie che da lì a poco si sarebbero svolte, mentre Kesselring autorizzava la ritirata della 10ª armata tedesca sulla Linea Caesar a nord di Anzio.
Nel 28, 29 e 30 maggio 1944 la Linea Caesar fu luogo di numerosi scontri, i tedeschi tentarono di fermare, invano (poiché ci riuscirono solo per pochi giorni), l’avanzata degli alleati, schierando il Battaglione SS italiano Debica (dal nome del luogo polacco in cui si era formato) sulla costa tra Roma e Civitavecchia a Santa Marinella–Palo–Fiumicino, con il Barbarigo comandato dall’SS-Standertenfuehrer Karl Diebitsch.
La divisione 715a tedesca venne abbattuta e la 36ª Infantry Division Texas avanzava verso Monte Artemisio. Nella notte del 30 maggio la Linea Caesar, presidiata dalla XIV armata tedesca, fu sfondata dalla 5ª armata statunitense (precisamente dalla 36ª divisione USA), così il 31, dopo lo sfondamento di Anzio e la conquista di Velletri, le forze alleate avanzarono mettendo in atto la liberazione di Roma.
Le truppe tedesche della XIV armata si ritirarono nella successiva linea Albert dove si riorganizzarono in attesa di ritirarsi sulla Linea Gotica.
600 militari tedeschi persero la vita, 200 quelli alleati nella battaglia di Velletri che dal Monte Artemisio interessò tutta la città.
Nomi, Cognomi di questi soldati, provenienza, foto e storia della Battaglia di Velletri sono l’archivio documentale dell’Associazione Linea Cesar, centro studi e ricerca di Velletri, presieduta appunto da Paolo Carotenuto.
Alcuni reduci, qualche anno fa, tornarono sulla linea Cesar ricordando, non senza commozione, quei terribili momenti.
Fu posta una stele in ricordo di questi soldati caduti, nel 2004, distrutta dai vandali e mai ripristinata dalle amministrazioni comunali che si sono succedute, compresa l’attuale.
Si tratta di un’altra occasione persa e la dimostrazione del proseguimento della scarsa attenzione a questo episodio di storia nazionale.
Da tempo, visti i reperti , le foto i documenti, l’Associazione Linea Cesar aveva chiesto la possibilità di allestire un museo a tema, ma progetto e richiesta è caduta nel vuoto, quando invece sarebbe e potrebbe essere un veicolo di turismo.
Evidentemente il sindaco Cascella, ha preferito partecipare alle celebrazioni organizzate da altri comuni, vedi Anzio, piuttosto che rendere la città da lui amministrata, protagonista di un evento che avrebbe potuto richiamare veterani ed attenzione mediatica.
Così Velletri, parafrasando le classifiche ciclistiche, veste la maglia “nera” (e non è neanche troppo un eufemismo) tra le città del circondario.