Se la situazione non fosse reale, sembrerebbe quasi incredibile. Dopo le roboanti dichiarazioni di apertura del punto nascite, in modo precipitoso e intorno all’ora di pranzo di sabato, la stessa ASL Rm6 ha comunicato che l’inaugurazione sarebbe slittata a data da destinarsi.
Tuttavia, nella nota inviata agli organi di informazione, non si menzionava il fatto che il servizio sarebbe rimasto chiuso o non sarebbe stato attivato.
In effetti, dare avvio a un servizio è una cosa, inaugurarlo è un’altra. Questo è ciò che molti hanno pensato ieri mattina, presupponendo che le attività del punto nascite, i 4 posti di neonatologia, i 6 di pediatria e l’estensione fino a 20 posti di ginecologia fossero comunque già operativi, come tra l’altro comunicato da un documento della stessa ASL Rm6.
Nella comunicazione inviata dai vertici aziendali, tutte le strutture della ASL e della Regione erano state informate che il servizio sarebbe stato operativo dal mattino del 28 ottobre. Nella nota a firma di La Regina, Marchitelli e Merli non si parlava affatto di “inaugurazione”, ma di “attivazione del punto nascite a partire dal 28 ottobre alle ore 8.”
Invece, con sorpresa e sconcerto, ieri mattina il servizio non era attivo.
Nulla è cambiato, e nessuno, peraltro, sa se e quando questo servizio aprirà effettivamente. Al di là delle opinioni, si tratta di un servizio che poteva essere utile ai cittadini e, in particolare, alle donne.
Che l’inaugurazione potesse slittare per qualche impedimento istituzionale dell’ultimo minuto poteva anche essere comprensibile, ma ciò che contava davvero era l’attivazione del servizio.
Invece, non è stata rimandata solo la passerella, ma anche l’operatività dell’intero servizio. E ora sorge una domanda spontanea: ai cittadini importa davvero della passerella dei politici?
O, ancora di più, questo servizio serve solo per scattare due foto sorridenti a gruppi di politici e operatori sanitari in cerca di visibilità? Da come si stanno mettendo le cose, sembrerebbe proprio così, con buona pace del servizio stesso.
E se ci sarà il personale adeguato, se il servizio funzionerà, se raggiungerà le 500 nascite, a chi importa? L’importante sembra essere apparire in una bella foto o in un selfie sorridente.
È quindi più importante la presenza dei politici pronti a farsi immortalare che l’attivazione stessa del servizio? Dunque, finché la politica, con il suo seguito osannante, non sarà pronta per foto e riprese video, il servizio non deve partire. Un concetto bizzarro di servizio pubblico.
Se questo è il nuovo corso della ASL Rm6, è naturale porsi delle domande. Sembra di trovarsi di fronte a una dirigenza troppo accondiscendente nei confronti della politica o del politico di turno, disposta a incassare brutte figure con nonchalance, ma poco propensa ad affrontare e risolvere i problemi della sanità pubblica sul territorio: dalle liste d’attesa alla carenza di personale, fino a strutture che necessitano di urgenti interventi di manutenzione.
Questa vicenda del punto nascite, che avrebbe potuto diventare un servizio essenziale per le donne di Velletri e dintorni, rischia di trasformarsi in una scena degna di un film di Fantozzi.