La capogruppo di Noi Domani, Giulia Ciafrei all’indomani delle manifestazioni contro la violenza sulle donne, ha lanciato un appello all’amministrazione comunale che lo scorso anno decise di far venire meno l’esperienza dello sportello antiviolenza.
Un servizio importante in termini di sostegno alle donne vittime di maltrattamenti che era un primo approdo per le donne maltrattate che, ad oggi, hanno la possibilità, di rivolgersi allo sportello della Procura di Velletri.
La consigliera di Noi Domani chiede la riapertura del centro d’ascolto e lancia l’idea della raccolta di firme per chiederne la riapertura.
questa la nota della consigliera Giulia Ciafrei
“Il 25 novembre 2024, vede il 57% in più di richieste di aiuto nei primi 9 mesi.
E a Velletri a chi rivolgersi?
I centri antiviolenza e i presidi della rete sono spariti dal nostro territorio eppure è proprio a
quella rete che si rivolgono le forze dell’ordine, le assistenti sociali e i presidi sanitari quando c’ è una donna in difficoltà.
È la rete dell’antiviolenza che fa da cornice e sostiene tutte le altre attività.
È la rete dei punti di ascolto e dei centri antiviolenza che si occupa di prevenzione con le
ragazze e i ragazzi che hanno riempito nella giornata del 25 novembre le sale e i teatri del
comune.
Come si dice “manca sempre un soldo pe’ fa’ na lira”: sono state interpellate scuole,
professioniste, e studentesse ma mancava il tassello più importante: la rete delle
professioniste e delle operatrici per il contrasto alla violenza sulle donne.
Un ennesimo proclama del sindaco Cascella, a ridosso del 25 novembre, diceva
dell’istituzione di un ufficio intersettoriale, ma gli uffici chiamati da cittadine non sanno di
cosa si parla.
Ricordo e ribadisco che le attività del punto di ascolto e dei centri antiviolenza non sono
sovrapponibili a nessuna task force e a nessun ufficio intersettoriale.
E purtroppo non sono le belle parole e le buone intenzioni a stare vicino alle donne e alle
ragazze in difficoltà.
Il punto antiviolenza significava presa in carico, ascolto e prevenzione.
Le operatrici offrivano supporto legale e psicologico, rispondevano al telefono 24 ore su 24
per i casi di emergenza, collaboravano con le forze dell’ordine e i servizi sociali,
organizzavano attività di promozione culturale e di prevenzione nelle scuole.
Il punto di ascolto significava presidio e sorellanza.
I centri antiviolenza, e i punti di ascolto per essere efficaci, devono essere abitati da donne
che conoscono l’antiviolenza e la praticano con esperienza.
Questa confusione e sovrapposizione attuata dal comune di Velletri è sintomatica di un
approccio che – senza tenere conto delle indicazioni della Convenzione di Istanbul –
rende neutra un’azione che non può esserlo: decenni di esperienze, competenze e
conoscenze condivise a livello internazionale, devono guidare il cambiamento culturale
necessario per finalmente riuscire a contrastare efficacemente questo fenomeno
strutturale e sistemico.
Ad un anno dalla chiusura del punto di ascolto Marinella vogliamo la riapertura del presidio.
Non vogliamo più sentirci dire di denunciare se non ci sono spazi di ascolto e sostegno.
Non vogliamo più panchine e scarpe rosse ma luoghi e spazi sicuri.
Per questo dalla prossima settimana partirà una raccolta firme per chiedere all’amministrazione la riapertura del punto antiviolenza.”
Giulia Ciafrei
Capogruppo di “Noi Domani”