Anzio e Nettuno stanno vivendo, da ormai due anni, una sorta di “damnatio memoriae” per via delle vicende giudiziarie che hanno portato allo scioglimento dei rispetti consigli comunali per infiltrazioni mafiose.
Una vicenda che ha segnato il territorio e che la gestione commissariale, imposta dalla Prefettura, non ha migliorato. Così accade che le imprese di Anzio e Nettuno, fanno fatica a togliersi di dosso questa narrazione.
Ma invece, il tessuto produttivo di Anzio e Nettuno, non è vocato al malaffare, anzi tutt’altro. Sono tante le imprese che stanno cercando di recuperare il tempo perduto, nonostante la situazione, le lentezze burocratiche, l’assenza di un indirizzo politico che possa aiutare il territorio.
Nell’immaginario delle persone queste due città sono conosciute per le inchieste giudiziarie e per le trasmissioni televisive che hanno narrato e fatto conoscere in tutta Italia quello che è accaduto.
In questo scenario particolare spicca però la rete d’imprese del litorale che è stata costituita e che sta già muovendo i primi passi.
C’è voluta la caparbietà di Vincenzo Pepe, personaggio dal curriculum di tutto rispetto nel mondo finanziario e della revisione contabile. Partito da Napoli, giunto a Milano nel 1963 ha costruito la sua carriera passando Da Deloitte, in Barclays, ha creato Partesa, poi l’attività di consulente e da Milano è approdato ad Anzio, una decina di anni fa.
La sua idea di mettere in rete le aziende per il loro rilancio è ormai un fatto acclarato. L’idea partorita nel 2019 ha visto un inevitabile stop per via del Covid che di fatto ha bloccato ogni iniziativa, per poi concretizzarsi con l’assegnazione del bando nazionale che favorisce la costituzione delle reti d’impresa.
“Anzio è una città ricchissima e può essere il fulcro per la rinascita del territorio da un punto di vista turistico. Ma un turismo che vive 365 giorni l’anno, che porta economia e occupazione.” Esordisce così Vincenzo Pepe nella sua intervista esclusiva a laspunta.it
“Dal covid abbiamo iniziato ad aggregare le aziende per la rete. 80% di questo territorio si occupa del food concentrato soprattutto nella stagione estiva, mentre invece si dovrebbe lavorare 12 mesi l’anno.” Prosegue Pepe.
“Abbiamo presentato il bando ed appena iniziato è arrivato il commissariamento. Il progetto originario di rete voleva essere di Anzio e Nettuno. La rete che abbiamo costituito si chiama Vista Mare, rete d’impresa di Anzio, ma da statuto può operare anche su Nettuno e su tutto il litorale.”
“Perché questo? Perché una rete che funziona deve avere un numero di aziende e di imprenditori che credono in quello che devono fare.“
La rete d’impresa è sicuramente un veicolo importante per lo sviluppo di un territorio, molto poco utilizzato soprattutto nel centro SUD d’Italia, ma che invece contiene, specificatamente come strumento, tutti gli elementi per far crescere e sviluppare un territorio.
Intanto si parte dal fatto che per realizzare una rete d’impresa bisogna partecipare ad un bando e se vinto, ci sono dei contributi concessi per lo sviluppo e l’implementazione della rete su cui si basa il programma di rete.
Nella rete le aziende possono coordinare i servizi, la gestione del personale, possono fare formazione professionale mirata alla formazione e all’assunzione della manodopera, possono sinergicamente partecipare a bandi pubblici di media e grande entità.
Insomma uno strumento moderno che permette alle imprese di fare sistema. Una delle più importanti reti d’imprese si trova a Modena e consta di 400 aziende collegate.
“Serve cultura imprenditoriale e management. Per la nostra rete abbiamo dovuto aspettare un anno prima che la Regione ci comunicasse che avevamo vinto il bando. Questo a dicembre 2023. Adesso siamo partiti. Per fortuna abbiamo trovato nella figura del dr. Augusto Di Lazzaro il manager capace ed esperto nella costruzione delle reti d’impresa che ci ha supportato in questo progetto, che ha già vinto cinque bandi di altrettanti reti d’impresa ” Afferma Vincenzo Pepe presidente della rete.
“Questo bando ci ha permesso di avere un contributo per realizzare il progetto su cui si basa il progetto di rete e come prima azione abbiamo costituito il portale VisitAnzio.com, ed è il nostro portale nel quale si può vedere cosa si può fare come aggregazione di rete, nato la scorsa settimana.” Dice Pepe.
“La rete è costituita da una quarantina di aziende, dal food all’alimentare, ai servizi alle imprese. Obiettivo è rilanciare il tessuto economico e l’economia circolare. Se riusciamo a portare avanti il progetto possiamo creare una economia circolare. Stiamo predisponendo le fidelity card per clienti e imprese, stanno partendo i progetti per un parcheggio e quello della comunità energetica.” Prosegue il Presidente di VistaMare illustrando la rete.
“Manca però un pezzo, quello istituzionale. Manca il dialogo con la pubblica amministrazione, perché due anni di commissariamento di fatto ha bloccato ogni possibile interlocuzione con il Comune.” afferma amaramente il Presidente della Rete di Imprese.
“Di fatto veniamo etichettati come mafiosi tutti quanti e questo è terribile per una azienda e per un sistema di aziende che invece vogliono riportare in città sviluppo ed economia“
“Eppure in un anno abbiamo fatto tante di quelle cose che invece dimostrano l’esatto contrario. Abbiamo aperto un centro formativo riconosciuto dalla regione Lazio, all’interno dell’istituto alberghiero, nel quale svolgiamo attività formativa. Abbiamo vinto ben 9 bandi gol con la Regione per la formazione professionale dei giovani e meno giovani disoccupati, di cui due già fatti. Uno di assistente tecnico museale per il quale abbiamo stilato le convenzioni per il tirocinio formativo.” Commenta il Presidente riferendosi ai risultati ottenuti nella formazione professionale.
Vincenzo Pepe, spiega anche il perché di un corso gol di assistente museale “Anzio non è solo buona cucina, o mare, Anzio è cultura che parte dalla nascita di Roma e anche prima, ed arriva allo sbarco di Anzio della seconda guerra mondiale. C’è una storia da raccontare, un territorio da valorizzare, anche sotto questo punto di vista. L’economia circolare mette in moto tutti questi aspetti, la cultura, l’arte, la buona tavola, il mare e i suoi servizi collegati. Mancano però alcuni servizi ricettivi anche di alto valore aggiunto, pecchiamo nel saper portare il turismo di qualità, manca un legame tra chi promuove e chi offre i servizi turistici“
“Il nostro mare è meraviglioso, oltre che importante da un punto di vista sportivo. Qui si tenevano le regate veliche olimpiche, ci sono scuole nautiche, manca, però, la possibilità di mettere insieme il pubblico con queste attività imprenditoriali. La rete nasce per questo” Aggiunge Pepe.
“Anzio e Nettuno non è mafia, ma c’è un territorio che vuole fare. Stiamo puntando molto sui giovani, abbiamo approcciato per la prima volta il centro dell’impiego e lo abbiamo portato all’interno delle scuole per farlo conoscere e non era mai successo prima“.
Ma perché è meglio una rete d’impresa che la solita associazione di imprese? Lo spiega così Vincenzo Pepe
“La rete di imprese realizza un progetto specifico. Di fatto la rete è paragonabile ad una personalità giuridica a tutti gli effetti e può operare a 360 gradi nel mondo commerciale e non commerciale per la realizzazione di un progetto di economia circolare. Speriamo di poter lavorare, nel più breve tempo possibile con una nuova amministrazione comunale per porci come interlocutore con il pubblico. La rete d’impresa può partecipare a bandi regionali, nazionali ed europei e drenare così risorse a servizio di un territorio. La rete mette insieme pubblico, privato e cittadini, un concetto virtuoso di sviluppo e sostenibilità“
A cosa sono serviti i progetti di formazione Gol, come possono i giovani trovare sbocchi attraverso questi corsi, molto spesso invisi agli stessi giovani o disoccupati?
“I progetti Gol e la formazione in generale se realizzati dalla rete di impresa hanno una duplice finalità. La prima di formare le persone ed indirizzarle verso una professione, la seconda rispondere alle esigenze di manodopera che arrivano dalle aziende che fanno parte della rete, che hanno bisogno di persone già pronte. Questo è un punto di forza, visto che dopo la formazione mirata, i tirocini formativi vengono svolti nelle imprese della rete e possono diventare contratti di lavoro. Ecco un altro esempio di economia circolare che si concretizza con la rete d’imprese.” aggiunge Pepe.
“Noi vogliamo creare il tessuto lavorativo inserendolo nelle aziende della rete. Applicare anche la codatorialità del lavoro. Abbiamo già avviato anche un orientamento al lavoro, in collaborazione con il centro per l’impiego. Questo è già operativo, una quindicina di ragazzi sono stati già collocati presso aziende del territorio. Partiranno anche corsi da 600 ore, uno di aiuto cuoco e da pizzeria, con 100 ore di tirocinio formativo nelle aziende del territorio.”
“Per la formazione la rete può utilizzare anche i finanziamenti derivanti dagli enti bilaterali e questo è un altro valore aggiunto“
Tutto ciò cozza però con lo scarso rapporto con i commissari prefettizi
“Il rapporto con i commissari è molto difficile. Il primo approccio è stato ricordatevi che questo è un comune commissariato. Certo non è un bel approccio. Auspichiamo che questo commissariamento arrivi a termine. Noi dopo due anni ancora ci stiamo chiedendo cosa è successo, vorremmo capire quali sono state le vere connessioni con il pubblico, oltre a quello che già sappiamo.”
“Noi abbiamo progetti importanti da fare ed abbiamo bisogno di una amministrazione pubblica che aiuti questi processi. Anzio è una città viva, tante associazioni si sono messe all’opera addirittura realizzando azioni di cittadinanza attiva, che sopperiscono alle mancanze del pubblico. Nei prossimi mesi faremo anche dei convegni sulla sicurezza per capire come possa diventare una opportunità. Ripartiamo da zero e creando, dal disastro, una grande opportunità“
E gli istituti di credito come si comportano, danno credito e fiducia alle imprese della rete?
“I rapporti sono ottimi e abbiamo fatto delle convenzioni specifiche con le banche del territorio ed assicurative. Il mondo del credito è attento alle nostre attività, anche perché possiamo partecipare ai bandi, come quello delle concessioni balneari. Creare una rete di impresa significa fare massa critica per partecipare al prossimo bando sulle concessioni balneari. Non bisogna demonizzare i balneari, anche perché molti hanno investito, così come è giusto che debbano pagare le concessioni.”