Mattia Cugini, in arte Cuggio ha 20 anni è un giovane della generazione z, che cerca di manifestare la sua presenza esistenziale attraverso la musica.
Mattia abita ad Ardea in una zona isolata, che non offre nulla neanche un campetto per correre dietro ad un pallone. Zona pseudo residenziale, villette a schiera, strade malandate, strette, poco illuminate. Potrebbe essere una qualsiasi periferia di un paese qualsiasi, ma siamo ad Ardea a 40 chilometri dalla Capitale.
Ci accoglie a casa sua, il luogo è comodo, tipico di un giovane che, a venti anni, ha tutta la vita davanti.
Cuggio oggi come si approccia al mondo reale?
Intanto quale è il mondo reale? Anche per noi questo è un problema che va capito. Quale è il mondo reale? Oltre a questo poi ci sono i social che è una grossa realtà e fanno parte del mondo reale. Bisogna distinguerli questi due mondi, molto, perché se si é troppo emotivi rischi di rimanerci ferito, dai social.
Cosa manca a voi giovani
Ci manca la compagnia, la socializzazione
Con il resto del modo?
Col resto del mondo
Cosa contestate ai grandi?
Io mi trovo bene con le persone più grandi di me, che sanno ascoltare. Abbiamo bisogno di essere ascoltati, anche di ricevere un complimento e comunque a me piace l’ascolto
Pensi che manchi il dialogo con le generazioni più grandi? Quali sono i tuoi i bisogni e quelli dei ragazzi della tua età?
Mancano le opportunità, io faccio musica e non ci guadagno e non penso a questo. Dovrà essere forse una conseguenza. Mancano pero le opportunità. Lavoro da quando ho 15 anni, ho fatto qualsiasi cosa, tirocini, contratti senza rinnovi, paghe basse. Se non hai una solidità è un problema. Vivere una condizione del genere, oltre alla rabbia che ti sale, rischi di far svanire anche i tuoi sogni. Va bene il lavoro, bisogna impegnarsi però non vedo la ricompensa, lo vedo oggi come una sopravvivenza
Perché lasci scuola a 15 anni?
Non ho trovato nulla di interessante.
E’ mancato lo stimolo da parte della scuola?
Non voglio dare colpe a scuola, però non ti fanno capire quali sono le dinamiche che ci sono dietro i fatti. Mi interessano i ragionamenti, come si è arrivati alle cose. La scuola ti fa studiare ciò che è passato ma non ti stimola a pensare che tu puoi fare la storia. Se ognuno avesse fame di apprendere perché così posso andare più lontano sarebbe meglio.
Perché de cidi di fare musica, perché vuoi fare il musicista
Ho sempre sentito il bisogno di esprimermi, quando scrivo posso essere qualsiasi cosa, parlare di qualsiasi cosa.
La musica per te è terapeutica?
Si, molto. I dolori più grandi li ho tolti con la musica. Scrivendo alcune frasi ti liberi
Ma perché trap e rep, perché voi giovani vedete in questa espressione l’unico modo di fare musica?
C’è un linguaggio diverso, e porta noi a parlare in questo modo, attraverso lo slang, che ci aiuta nelle melodie. Fondamentalmente mi sto affacciando a questo genere, perché mi sento circondato da ragazzi che fanno così. Io nasco dal pop, a me piace principalmente raccontare delle storie. Questo modo oggi ci permette di parlare con i ragazzi della mia generazione. E’ un genere veloce che consente di dire più cose e arriva in maniera dritta.
Il rap è la musica dei bassifondi, il trap tendenzialmente nasce dalle bande, da personaggi che sono dei delinquenti. Come mai siete attratti da questi modelli negativi?
Noi siamo la seconda generazione. La trap madre passa anche per l’utilizzo delle droghe, secondo me all’inizio attirava la criminalità, la nostra è l’età della ribellione. Oggi invece i testi sono molto più profondi, ci sono i contenuti dei testi. E’ totalmente diverso, si parla di come ci si sente, delle proprie emozioni. La seconda generazione è lontana da quella rappresentazione anche se ne mantiene un retaggio nei modi, nell’abbigliamento.
Quindi è un canale di rivolta per manifestare un disagio, uno stato d’animo attraverso questa nuova poesia?
Se si prendono artisti di seconda generazione si. Per esempio Kid Yugi lui ha molta rabbia ma è un poeta moderno, scrive cose molte profonde, ma non gli viene data la giusta importanza se non dai ragazzi come me che lo seguono. I ragazzi sentono questo stato d’animo che è comune
Voi rappresentate un malessere
Secondo me si. Ci capiamo attraverso le emozioni. In questo periodo c’è molto malessere, questo senso di stare male, di insoddisfazione.
Che tipo di testi utilizzi, che messaggi vuoi trasmettere?
In generale racconto delle storie, non voglio tanto etichettare un genere, non mi piace oggettificare, mi piace raccontare storie e poi sposarci una produzione, scrivere con modalità di scrittura diverse. Racconto la mia storia, parlo per le mie emozioni, però parlo di quello che vedo, di quello che vivo, di come mi sento, mi lascio trascinare dal flusso di coscienza. Alle volte scrivo delle storie, come per esempio quelle di una mia amica che ha subito violenze e si colpevolizzava e non capiva che non poteva essere lei il problema. Il pezzo di chiama Donna fantasma che parla del suo stato d’animo. Questa storia, questa situazione l’ho sentita tanto
Primo ip, sette tracce, dove spaziano?
Partono dai generi trap e pop urban. Sono testi molto dritti, per arrivare al pubblico della mia età. Welcome to the hood, è il titolo e stiamo presentando la nostra musica, benvenuti nella nostra musica. Stiamo in questo quartiere che non ti offre opportunità e lo raccontiamo e raccontiamo il momento che stiamo passando adesso
Un quartiere che non ti offre tanto. C’è un mondo dentro questa frase, sentite una esigenza forte di dire questo
Si nessuno ci ascolta è l’unica via è la musica che è la mia cura. Mi sento bravo in questo e penso di farlo e voglio puntare tutto su questo. Per un fatto, anche per il mondo che ci circonda.Qui è tutto Cuggio
Che differenza c’è tra Mattia e Cuggio?
Mattia è una persona normale socievole ha altre esigenze. Cuggio è più ambizioso, più emotivo e ha esigenze differenti. Mattia si vuole riposare, Cuggio stare sul palco
L’ip è pronto?
Per l’uscita manca proprio poco.
Quali canali usi per diffondere questa produzione artistica?
Social, anche se è una lama a doppio taglio. Usare i social è un obbligo, se non lo fai non riesci, non emergi. Sei costretto a dover fare 5 video al giorno tutti i giorni. Instagram, tik tok, senza quello non esisti.
Senza social non esisti. Non è triste?
Tristissimo, molto. Però purtroppo questa è la realtà e dobbiamo trovare anche in questo un divertimento. Con spirito di creatività
Tra queste 7 tracce che hai costruito, a quale ti senti più legato o ti rappresenta di più?
Due singoli. Hanno un testo che parlano di me come un flusso di coscienza, “Non ci sono buoni” nel testo parla di molte cose, però li si capirà molto di più di me. Sono 8 anni che scrivo e cerco di fare la mia musica. Racconta molto di me, di quello che ho vissuto fino adesso.
Ma tu fai musica per il successo?
No ma per arrivare a tante persone. A Mattia piace stare in compagnia a Cuggio trasmettere. Non voglio avere successo ma vorrei arrivare a tante persone
E quindi fare successo
Beh in un qualche modo arrivare a tante persone è fare successo.
Questa sera ti esibisci al Goodfellas party organizzato dalla Nick Events al Just 2.0 ad Anzio
Si. Non vedo l’ora. Sarà una serata bellissima
E allora in bocca al lupo a Cuggio e a Mattia, per un successo che un ragazzo di venti anni sogna e può realizzare.