Z: Pronto Valdirimir so’ Volo.
P: Volo? Ma chi Fabio Volo?
Z: Ma che dici, che Fabio Volo, so Volodymyr. Volodymyr Zelensky.
P: Ao dimme.
Z: Niente de che, ma perché non annamo a cena?
P: Va be’ ma dove?
Z: Ma che ne so, me diceva Lollo che c’è un locale italiano sulla piazza centrale de Donetsk che è na meraviglia!
P: Ma come famo, l’ha è tutto sfondato. È dal 2014 che ce sparamo sopra.
Z: Eppure tu c’hai ragione. Allora vedemose da n’artra parte, che ne so te po’ annà bene ‘n Polonia?
P: Ma che sei matto! Là se magna de merda! E poi cercamo un posto che vada bene a tutti e due.
Z: E do annamo? Er monno ormai l’avemo spaccato a metà.
P: Va be’ su annamo in Svizzera che è neutrale e ce stanno pure tanti ristoranti italiani.
Z: Me piace come idea, anche se là se paga l’ira de dio.
P: Senti, chiama Lollo, così se famo offrì la cena e porta pure er vino bono.
Z: Lo chiamo subito!
Zelensky chiama Lollobrigida
Z: Lollo so Volo.
L: Ma chi Fabio Volo?
Z: Ao ma siete tutti fissati co sto Fabio Volo. So Zelensky.
L: A bello, amico mio, dimme che te serveno un paio de cariarmati, due trecento bombe a mano?
Z: Ma de che! Tanto tutta la roba che c’avete mannato era mezza sfonnata. C’avete spedito pure ‘na baionetta de la Battaglia de Caporetto der 15/18. Ce devi portà er vino!
L: Er vino? Ma de che stai a parlà?
Z: Senti Lollo, con Vladimir c’è sembrata ‘na bella idea a tua della cena pe’ fermà la guera. Avemo deciso de annà in Svizzera. Se vedemo a Lugano, tu prenota pe’ tre e porta er vino.
L: Ce penso io, chiamo a Coldiretti e porto un bilico de vino. Se pigliamo ‘na sbornia che ce voranno tre giorni pe ripigliasse. Du bucatini a amatriciana, abbacchio scottadito, puntarelle co’ aglio e alici e un po’ de cicoria ripassata. Famo a pace come ce piace a noi.
Z: Grande Lollo c’hai avuto na pensata che te daranno er premio Nobel.
10 dicembre 2024, Stoccolma
Attraverso una visione innovativa della diplomazia gastronomica, il Ministro Lollobrigida ha realizzato un incontro senza precedenti tra i leader di Russia e Ucraina, che ha portato ad una pace che sembrava impossibile. Utilizzando la convivialità e il vino come strumenti per la pace.
In una cena storica caratterizzata da abbacchi scottadito, puntarelle e cicoria, e bucatini all’amatriciana, i rappresentanti dei due paesi hanno trovato il terreno comune per una pace duratura.
Grazie alla sua audace iniziativa e al suo acume diplomatico, affinato in barrique di legno di rovere, l’incontro informale ha portato alla firma di un accordo di pace, incomprensibile ma all’immediato cessate il fuoco, dimostrando il potere unificante della gastronomia italiana.
Questo evento senza precedenti ha fatto del Ministro Lollobrigida un pioniere della diplomazia culinaria e un simbolo di speranza per la risoluzione dei conflitti internazionali.
Per il suo straordinario contributo alla pace attraverso il vino e la gastronomia, il Ministro Lollobrigida è insignito del Premio Nobel per la Pace.
Lollobrigida commenta il premio:
“Mo me concentro su Gaza. Tanto là me basta portà l’acqua che quarcuno che la trasforma ‘n vino lo trovamo sur posto.”